martedì 15 giugno 2010

LA SALITA SUL RING DI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Per chi ha vissuto gli anni della prima Repubblica è difficile comprendere tutto quello che sta accadendo in Italia. Mi riferisco alla politica. Una volta esistevano i partiti ed i partiti erano esempi di democrazia. Si istituivano gli organigramma e si celebravano i congressi che sceglievano le linee programmatiche e le alleanze. Partorivano dei leaders che avevano autorità riconosciuta dalla base e parlavano a nome del partito. Le alleanze erano composte in modo che l’indirizzo economico e la collocazione nell’ambito dello scacchiere internazionale erano ben definite. Con l’avvento della seconda Repubblica i partiti hanno subito, chi direttamente o indirettamente, una defezione culturale ed identitaria. Tutti hanno cambiato i punti di riferimento ideologico. La destra si è spostata al centro, la sinistra anche ed il centro si è svuotato per collocarsi a destra ed a sinistra. Tutto ciò è stato possibile perché sono venute meno le barriere ideologiche ed è stato facile rincorrersi in un panorama ormai appiattito e facilmente vulnerabile. Talmente vulnerabile che altri hanno invaso il campo della politica. La magistratura, i sindacati, gli imprenditori hanno iniziato a produrre leaders più o meno interessanti.La magistratura ha prodotto i Di Pietro (per citare il più noto), i sindacati hanno prodotto i Cofferati, i D’Antoni, i Pezzotta, i Del Turco (in verità con meno fortuna), mentre gli imprenditori hanno prodotto i Berlusconi. Ancora oggi i partiti sembrano assopiti e si affidano ai surrogati (si attende con ansia la discesa in campo di Montezemolo, un altro imprenditore). Tutti siamo elettrizzati nell’attesa dell’evento ed è da giurarci che se accadrà saremo tutti liberati da incubi e da impotenza.Viene spontaneo domandarsi se la discesa in campo dell’ex Presidente della Fiat sarà un evento epocale, tale da mettere in difficoltà Berlusconi. Ho cercato di capire le differenze tra i due possibili avversari politici che dovrebbero essere i protagonisti delle future elezioni politiche. Entrambi si collocano nell’area liberale (almeno a parole). Entrambi hanno una visione manageriale dello Stato (almeno a parole). Entrambi provengono dalla Confindustria (questo dato è certo). La differenza consiste essenzialmente nel fatto che uno ha costituito un movimento autonomo basato sul consenso personale e l’altro dovrebbe raccattare (perché di questo si tratta) tutto ed il contrario di tutto per sfidare l’avversario.Insomma, per dirla alla Tabacci, Montezemolo dovrebbe mettersi a capo del Comitato di liberazione nazionale per liberarci dal tiranno. Questo è l’auspicio, questo è il succo del discorso. Io non conosco Montezemolo, né posso immaginare quale doti di leader è in grado di possedere. Posso di certo dire che è un ottimo imprenditore ed un leader nella gestione della Fiat e della Ferrari. Nulla è dato sapere sulle sue capacità di produrre un amalgama che va da Ferrero a Fini per mettere in ginocchio l’asse Berlusconi-Bossi (che viaggiano intorno al dato maggioritario). Di certo, ancora, la politica non è in grado di produrre un leader dalle sue parti. Né la dichiarazione della Mercegaglia lasciano spazio ad un appoggio totale al dott. Luca Cordero di Montezemolo. Esiste poi una discriminante che viviamo tutti i giorni con apprensione. I distinguo nell’area cattolica (ultima la distonia tra Pezzotta ed Adornato) che ci pongono problemi esistenziali, a maggior ragione tra Ferrero e Fini (antagonismo ideologico) o tra Casini e Di Pietro (antagonismo di mani pulite), senza perdersi poi (sarebbe banale e puerile) addirittura sui distinguo tra di noi (membri delle società segrete).Ma non voglio fare il guastafeste, né precludere il desiderio di un sogno tanto atteso.Ne abbiamo visto davvero tante che una in più di certo non guasterà la vita di tutti i giorni, né ci rovinerà il fegato. Tutto al più possiamo dire di averci provato. Ma dubito che con l’arrivo di Montezemolo nascerà il partito della Nazione (ognuno cercherà di mettersi al riparo da fulmini e tempeste sotto l’ombrello del nuovo magnate). Casini lo sa molto bene e farà di tutto per svicolare tutto a dalla parte del centrodestra.

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