lunedì 21 dicembre 2009

MA CHE TEMPO FA?

Chiedersi che tempo fa è ragionevole. Capire se è primavera o estate, autunno o inverno è necessario per regolarizzare il ritmo della vita, anche in politica (il famoso bioritmo politico). Una stagione serve per seminare, un’altra per crescere, un’altra per potare ed infine un’altra per raccogliere. Questo è il ciclo naturale della vita. Anche nella Bibbia è previsto un tempo per soffrire ed un tempo per gioire. Da un po’ di tempo, in politica, si preferisce andare contro natura, o meglio contro stagione, tant’è che si esperimentano nuovi prodotti con scarse proprietà organolettiche. Si costruiscono in cantiere (nelle serre appropriate dei laboratori politici) movimenti e gruppi personalizzati a denominazione controllata. Ognuno di questi prodotti, si esclude dalle regole del mercato, considerando la norma della domanda e dell’offerta un optional di cui si può fare a meno. La maggior parte di questi prodotti, reclamizzati con firme altisonanti e pubblicità ingannevoli, non riescono ad entrare nella catena di distribuzione in quanto non richieste dai consumatori finali e sono destinati all’uso famigliare di chi li ha prodotti con alterigia e sicumera. La desolante attività economica di questi pseudo imprenditori della politica è dovuta essenzialmente al fatto che annunciano pranzi di nozze e lasciano solo appassire i fichi secchi (da cui “fare le nozze con i fichi secchi”). Si potrebbe obbiettare che qualche estimatore è sempre disposto ad acquistare le poche copie firmate del prodotto ad uso collezione, nella speranza che un domani possa valere un patrimonio. Denaro sprecato, perché nella maggior parte dei casi i prodotti in parola sono tutti deteriorabili, anche se apparentemente ben confezionati. Questa allegoria mi aiuta a comprendere certi passaggi della politica italiana, che altrimenti non sarebbe possibile confutare o sostenere con lucidità e saggezza. A parte l’annuncio di Rutelli del primo partito in Italia, insieme all’UDC di Casini, ci sorprende come i due novelli fidanzati siano scalcagnati e derelitti. Rutelli annuncia la candidatura di servizio della Linda Lanzillotta e Casini risponde guardando a Nicola Zingaretti mentre elogia la Renata Polverini. Neppure un accenno di cortesia alla “buona Linda” che si è sacrificata sull’altare del terzo polo di centro alternativo ai due poli maggiori del PD e del PDL. Strano modo di concepire la politica dei fatti ed altrettanto paradossale il modo di interpretare se stessi: insieme raggiungeremo le vette del primato democratico. Ritornando “ai nostri montoni” come dicevano i francesi, la domanda nasce spontanea: poiché sono due partiti molto personalizzati con tendenze (ai fatti) verso il bipolarismo perfetto (altrimenti la candidatura della Lanzillotta sarebbe stata sponsorizzata al centro con molta più convinzione), perché Rutelli e Casini, forti della loro civiltà politica, non rinunciano al centro e con passione politica si indirizzano, come il capodoglio, verso il mare aperto del triangolo delle Bermuda? Perché fare scempio dell’area di centro come se fosse un’arena di cannibali? Fuori c’è tanto sole, perché non uscire invece di starsi rintanati in casa: una casa dei moderati che deturpano con la loro arroganza? Oppure, basta dirsi sturziano per definirsi di centro?

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