lunedì 28 dicembre 2009

CONSENSI E RIFLESSIONI

Tutti conosciamo la causa di un Paese che arranca (debito pubblico, conflitti sociali, crisi economica e finanziaria, ecc.) e tutti siamo avvezzi a commentare gli effetti che vengono prodotti da questo male che attanaglia il Paese. Più difficile ricercare, dopo la diagnosi, la terapia adatta. La gente, una volta – come nelle fiabe – era stanca di promesse e programmi disattesi, adesso è semplicemente indifferente, una volta esaurite le speranze di una svolta alla soluzione dei problemi. L’indifferenza può apparire come rassegnazione e tra i mali sembra quello più accettato (non si rischia di far ammalare il fegato), anche perché aiuta a guardare al proprio orticello con l’aiuto del segreto insegnamento della nonna (la politica è una cosa sporca e la praticano solo chi non ha nulla da fare o chi ha interessi da difendere). Attualmente nell’arco istituzionale parlamentare ci sono tre realtà: centrosinistra, centro e centrodestra. Al contrario di ricordi passati, una sola di queste realtà gode del consenso degli italiani per governare, mentre le altre due realtà insieme non raggiungono un consenso tale da incidere profondamente nella società (a parte gli urli, gli strepiti, il gossip e quant’altro per protestare). Senza dare conto eccessivamente ai sondaggi in modo particolare ma attenendoci ai fatti il centrodestra possiede un ampio consenso che oscilla tra il 51 ed il 53% (unendo PDL, Lega nord, MPA, la Destra, il Movimento per l’Italia, Alleanza di centro, Pensionati, Dc e UDEUR) ed il centrosinistra gode di un consenso che oscilla tra il 40 ed il 43% (unendo PD, IDV, Radicali, Comunisti e Sinistra e libertà). Dulcis in fundo il centro che presenta un tabellone del 7% (novembre scorso) assegnato all’UdC. Un risultato di tutto rispetto in mezzo ad un “casino” legato al bipolarismo muscolare. Oggi questo consenso è sceso al 6.5%. Nulla di eclatante (movimenti tellurici di basso interesse) se non fosse avvenuta la formazione di un nuovo partito (API) che guarda caso si accredita un consenso del 0.4-0.5%. Io non mi scandalizzo di questo e sono convinto che nel prosieguo degli anni altri movimenti ed altri partitini nasceranno, perché siamo tutti soggetti alla sindrome del personalismo democratico. Anzi, auguro all’API come all’UDC di aumentare di molto il consenso e di diventare (come si augura Rutelli) il primo partito della Nazione. Non credo, però, di meritare il biasimo da chi non vuole riconoscere la teoria (ahimè dimostrata) come dicono gli inglesi del “small airplanes from court yard”. Una cosa è la teoria ed un’altra cosa è la pratica. Mi si potrà obbiettare che molto dipenderà dal lavoro che verrà svolto e dall’impegno che sarà profuso. Io me lo auguro di cuore perché mi sono sempre collocato nell’area di centro ma, come dicono i francesi “ce sont les résultats qui comptent”. Così come gli spagnoli dell’Andalusia che di fronte ai raccolti di grano solevano dire “¿cuántos son los costales de harina?”.

1 commento:

  1. Si, Luigi, mi sono dato anche io un po' (ma veramente poco) di tempo da aspettare (elezioni regionali). Se il Centro si rivela (come temo) un insieme di capi (Casini, Pezzotta, Rutelli, Tabacci, Fiori, Ciccardini) e capetti (i bloggers dei vari blogs) preferisco un capo unico e idee chiare (fermo restando il confronto democratico). Se Tremonti fosse il leader del Centro-destra non avrei dubbi...
    Un abbraccio

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